Di Giulietto Chiesa.
Questo documento, preparato da Giulietto Chiesa e da approfondire nel Centro di Gravità – ultima sua creazione per affrontare i gravi problemi che affliggono l’umanità tutta – nasce dalla necessità, espressa nelle sue ultime volontà, di essere presenti con tempestività nell’affrontare le drammatiche conseguenze dovute all’epidemia da Covid 19. Riteniamo che nell’emergenza covid-19 vi siano state responsabilità di Governo, Europee e Mondiali.
L’Italia è stato il paese tra i più duramente colpiti. Riteniamo che vi siano fondate responsabilità, che hanno aggravato la situazione creata dal virus Covid-19. Il Governo, infatti, a fronte delle informazioni di cui disponeva, ha tardato di circa 50 giorni ad avvalersi del Piano Nazionale per la Prevenzione (2014-2018) e soprattutto di attivare il Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, pubblicato nel 2007 e aggiornato nel 2016. Contrariamente a quanto previsto dal piano il Governo non ha provveduto a identificare, confermare e descrivere rapidamente casi di influenza causati da nuovi sottotipi virali. Questo non è avvenuto nonostante che nel corso dei mesi di Dicembre e Gennaio siano stati registrati focolai di polmonite atipica virale in numerose aree della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna. Uno studio successivo dell’Università di Milano collocherà tra Ottobre e Novembre l’esordio dell’epidemia in Italia.
Al ritardo nell’implementazione del Piano Nazionale di Prevenzione si sommano l’enorme incertezza sui dati epidemiologici, l’inattendibilità diagnostiche, l’impreparazione e la carenza dei mezzi tecnici. Quattro ordini d’incertezza hanno compromesso l’analisi, le scelte del Governo e la narrativa dei media:
- I dati provenienti dalla Cina, numero dei decessi e degli infetti, non hanno permesso valutazioni realistiche.
- L’assenza di un programma di screening a campionamento casuale; la precisa identificazione iniziale delle aree colpite; la valutazione del numero di persone contagiate hanno sottostimato l’estensione iniziale dell’infezione.
- L’assenza quasi totale di autopsie ha impedito di capire i meccanismi patogenetici che hanno provocato la morte; si sono conteggiati assieme i morti di covid-19 e i morti con covid-19, rendendo impossibile il calcolo della reale mortalità del virus.
- L’uso dei tamponi è stato un mostruoso pasticcio nazionale. È stata taciuta, o mantenuta nell’ombra, la circostanza che il tampone presenta un’elevata percentuale di risultati inattendibili, sono stati esposti al pubblico dalle fonti ufficiali dati che sono inattendibili. Infine non si è colpevolmente data priorità all’analisi sierologica.
La comunicazione, poi, è stata ambigua e confusa.
Una mescolanza di notizie ufficiali, ufficiose, casuali, per lo più distribuite da programmi d’intrattenimento e talk-show vari, popolati da esperti, mescolati con pareri casuali di inesperti, personaggi del mondo dello spettacolo. Una tale comunicazione, invece di produrre un effetto di responsabile allarme ha prodotto allarmismo e inquietudine diffusi. Così, l’abitudine di comunicare puntualmente ogni giorno il “bollettino di guerra” – in deroga a quanto stabilito dal piano di emergenza nazionale – ha suscitato preoccupazione e ansia ben oltre l’auspicabile. I media ufficiali, le televisioni, i grandi giornali, hanno contribuito irresponsabilmente alla confusione, tentando di imporre — senza per altro poter impedire l’estendersi della diffidenza popolare — le versioni di comodo fornite da portavoce spesso inquinati da conflitti d’interesse.
Le responsabilità della Cina
Il 20 gennaio la Cina dichiara l’aumento del 60% dei contagi in due giorni. Il 30 gennaio l’OMS dichiara il Coronavirus “Emergenza Sanitaria Globale”. Il giorno successivo, il 31 gennaio, il Consiglio dei Ministri italiano decreta lo stato di emergenza, per sei mesi. Ma passeranno altri quindici giorni prima che una delegazione dell’OMS si rechi in Cina (il 16 febbraio) per condurre una indagine estensiva. Ma il rapporto della missione evidenzia che casi sporadici di polmoniti anomale, sospette come riconducibili a influenze del tipo Sars, erano già stati segnalati fin dall’ottobre precedente.
Responsabilità gravi ricadono anche sull’Europa il cui comportamento può essere definito contumace. Nessuna riunione è stata indetta per affrontare l’emergenza Covid-19. Eppure il compito della Commissione Europea prevede che essa debba “affrontare le minacce emergenti di carattere globale”. Il Presidente del Consiglio Europeo delle Ricerche, l’italiano Mauro Ferrari, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico, sottolineando di essere rimasto deluso dal sistema Europa per l’assenza di coordinamento sanitario tra gli Stati, l’opposizione a programmi di solidarietà nei riguardi dei paesi più colpiti, le politiche unilaterali riguardo alle frontiere e la mancanza di programmi scientifici sinergici e a largo raggio.
Adempimenti mancati, inadeguatezza politica e enormi conflitti d’interesse hanno caratterizzato anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità:
- Non ha provveduto al monitoraggio del laboratorio di Wuhan.
- Ha diramato l’allerta di pandemia con un ritardo di circa 40 giorni.
- Ancor più incredibile è che l’OMS abbia deliberatamente ignorato l’allarme lanciato da Taiwan ai primi di Dicembre circa lo sviluppo di una possibile epidemia a partenza dalla Cina.
E’ indubbio che sussistano rapporti opachi tra la Cina e l’OMS. Così come è indubbio che esistano rapporti altrettanto e più opachi nei confronti delle fondazioni private, come la Bill e Melinda Gates e tutte le maggiori compagnie internazionali riassumibili sotto il termine di Big Pharma. Nello stesso tempo il Governo italiano dovrà riesaminare tutti i suoi rapporti con l’OMS e formulare proprie proposte, da discutere nelle sedi internazionali, per sostituire l’OMS con un organismo internazionale, interamente pubblico, finanziato esclusivamente dagli Stati nazionali.
In questo quadro il Governo Italiano deve svolgere dei compiti urgenti:
1) Ripensare l’intera architettura sanitaria del Paese.
I governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni hanno umiliato l’idea di medicina che abbiamo ereditato dalla grande tradizione greco-romana e cristiana. L’ospedale è diventato Azienda Sanitaria; la medicina del territorio è stata abbandonata; sono proliferati solo i remunerativi centri di attrazione polispecialistici collocati nelle grandi città. Lo sviluppo della medicina del territorio avrebbe permesso una migliore risposta a esigenze specialistiche “primarie” (neonatologia, maternità, medicina di urgenza, domiciliare, posti letto). Infine, i finanziamenti e la ricerca nel campo della Prevenzione Primaria sono stati abbandonati, contribuendo alla sottovalutazione dei rischi pandemici e un aumento generale dei costi. Questa emergenza offre l’opportunità di ripensare il modello sanitario; sarebbe opportuno avviare un dibattito ed una proposta che si traduca in un progetto di rifondazione della sanità pubblica, riconducendo tutta la sua gestione allo stato.
2) Investire nella ricerca scientifica.
Da anni la ricerca scientifica italiana riceve finanziamenti risibili. L’Italia ha, per altro, una collocazione internazionale di assoluto valore essendo tre volte più produttiva della Germania, pur ricevendo finanziamenti per la ricerca quattro volte inferiori. Ci si sarebbe attesi, in concomitanza con l’emergenza del Covid-19, il varo immediato di un piano di emergenza per la ricerca scientifica in campo sanitario.
3) Ripristinare immediatamente le libertà fondamentali.
Oltre al pieno ripristino di tutte le norme costituzionali sospese durante il lockdown, sarà indispensabile riaffermare il diritto costituzionale di scelta della cura, che esclude l’obbligatorietà di ogni trattamento sanitario. Inoltre dovrà essere escluso l’obbligo dell’uso di strumenti elettronici di controllo dei movimenti delle persone. Occorre ristabilire con fermezza la pluralità dell’informazione radiotelevisiva, introducendo anche il criterio obbligatorio di dichiarazione dei conflitti d’interesse per tutti i professionisti sanitari chiamati a esprimere valutazioni in materia sanitaria.
4) Richiedere una commissione ONU d’inchiesta.
L’Italia, nella sua qualità di paese tra i più colpiti dalla pandemia, ha titolo per chiedere una convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché si dia mandato a una straordinaria commissione permanente d’inchiesta e, all’inizio di una ridefinizione dei criteri di sicurezza internazionale all’altezza delle nuove, emergenti minacce alla vita di milioni di individui. La manipolazione dei virus e dei bacilli, più in generale tutto ciò che ha a che fare con la manipolazione genetica e biologica, l’uso militare che ne può essere fatto, sono ormai evidenti, eppure manca un qualsiasi organismo internazionale di monitoraggio. La commissione d’inchiesta dovrà farsi carico anche di questo.
5) Convocare un G20 straordinario.
La crisi mondiale innescata (ma non causata) dal covid-19, dimostra inequivocabilmente che l’attuale assetto di organizzazioni internazionali (OMS, WTO, WB, ecc.), finanziate per lo più da pochi paesi ricchi e da miliardari privati, è incapace di affrontare la situazione. Nell’immediato, il Governo italiano deve farsi promotore della richiesta di una convocazione straordinaria del G-20 a livello dei capi di Stato e di Governo per affrontare le questioni precipuamente globali, a partire dalla cancellazione del debito, dalla crisi energetica, sociale e ambientale.