Una Nuova Fase Costituente per L’Europa.

Nuova Europa
Nuova Europa

Il 2019 sarà decisivo per il destino dei Popoli europei. Gli estensori di questo Manifesto
ritengono quindi fondamentale avviare fin da subito un processo costituente per la
nuova Europa.
Questa Europa è stata piegata alla cosiddetta governance, che altro non è che una serie di
strumenti di esproprio della sovranità degli Stati. I quali sono stati posti sotto il controllo dei
sistemi bancari internazionali e sono stati messi sotto ricatto da debiti pubblici,
artificialmente ingigantiti, che non sono più in grado di controllare.
Gli Stati sono stati trasformati in stakeholders subordinati. Che, per giunta, in quanto
membri, non liberi di scegliere, di un’alleanza militare, sono stati doppiamente colonizzati.
O si spezzano le catene della subordinazione, o questa Europa sarà impoverita e trascinata in
avventure militari e neocoloniali che sono in aperto contrasto con i suoi interessi di grande
protagonista, e con gl’interessi dei popoli e della democrazia in generale.
Gli autori di questo manifesto si propongono di attuare una controffensiva contro una tale
aggressione e ritengono per questo essenziale dare vita con urgenza a un processo
costituzionale per una Nuova Europa.
È ormai giudizio quasi unanime che questa Europa non funziona democraticamente, e non
funziona neppure tecnicamente. Riformarla è indilazionabile. Le sue istituzioni sono il
prodotto di una Costituzione (il Trattato di Lisbona) che non è stata affatto il frutto di
decisioni democratiche. Esterna ed estranea al popolo, ai popoli sovrani dell’Europa.
Riformare le istituzioni europee significa dunque ripartire dalla società civile. Occorre
dunque che, simultaneamente con le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, previste
per il maggio 2019, si proceda alla elezione popolare, diretta, di una Assemblea Costituente
Europea composta di 100 membri, rappresentante di tutti i paesi attualmente membri
dell’Unione Europea, eletti, appunto, a suffragio universale.
Questa assemblea (ACE) dovrà definire, in un tempo accettabilmente breve, non più di due
anni, un nuovo Progetto di Costituzione Europea. Il testo di una tale Costituzione dovrà
contenere i principi di base che la regolano; i poteri concessi all’Unione; i principi di
rappresentanza dentro le istituzioni europee, insieme alle regole di votazione.
Tale progetto dovrà essere sottoposto all’approvazione di tutti i paesi dell’attuale UE.
Approvazione o ripulsa da attuarsi mediante referendum popolare entro un anno dalla sua
proposizione. Escludendosi in via preliminare ogni possibile ricorso ad altre forme di
accettazione o repulsione, come ad esempio una decisione parlamentare.
Noi affermiamo che una trasformazione di questa portata non può essere decisa senza il
consenso dei popoli e che nessuno stato può essere vincolato a decisioni che non condivide.
Non dovrà ripetersi la situazione in cui, quando i popoli hanno potuto esprimersi in
referendum, si sono trovati davanti a testi di centinaia di pagine, scritte da lobbisti in un
linguaggio comprensibile solo agli specialisti.
Decisioni di rilevanza continentale sono state dibattute in modo confuso, spesso capzioso,
senza respiro europeo. O non sono state dibattute affatto. Le norme costituzionali devono
avere un linguaggio chiaro. I popoli d’Europa devono poter decidere su testi comprensibili
che permettano di scegliere tra opzioni chiare.
A quel punto ogni Stato membro, potrà accettare o respingere la nuova Carta. È
più certo che probabile che la nuova Europa che ne seguirà avrà confini e fisionomia diversi
dagli attuali. Ma, come è stato ed è nel processo di seprazione del Brexit, non significherà né
rottura, né alcuna forma di ostilità.
Quello che dev’essere fissato nei principi è la fisionomia della nuova struttura istituzionale.
La Commissione Europea attuale, sintesi degli aspetti più deteriori della tecnocrazia e del
lobbysmo, dovrà essere abolita.
Il Consiglio Europeo e il Consiglio dei Ministri Europei dovranno convergere verso un’unica
Istituzione europea (definiamola Consiglio Europeo) per le materie che saranno definite
di carattere comunitario (in particolare la Politica Estera e quella di Difesa e Sicurezza
Comune). Le attuali materie di competenza del Consiglio dei Ministri Europei dovranno
ritornare nell’alveo degli Stati nazionali o del Parlamento Europeo.
Come si evince da ciò che precede, è previsto che non tutti i popoli dell’attuale Unione
Europea vorranno continuare a farne parte. Oppure che ve ne siano che sceglieranno una
pausa di riflessione, a seconda delle loro necessità o delle restrizioni che potrebbero non
ritenere nel loro interesse, o che risultino incompatibili con la loro Costituzione
Il trattato sarà valido solo tra parti consenzienti, ma dovrà permettere alle parti non
consenzienti (o solo parzialmente consenzienti) di partecipare a tutte le attività nei campi in
cui è già stata raggiunta una comune visione.
Noi crediamo in una Europa di solidarietà, policentrica, integrata, pacifica, che
operi per superare le differenze economiche e sociali al suo interno. La nostra Europa dovrà
avere un governo democratico e una Banca Centrale pubblica che realizzi la politica dei
governi e non il viceversa. Gli Stati che decideranno di farne parte non devono essere
considerati come azionisti di minoranza di un’impresa. Essi sono Stati sovrani che
delegano parte della propria sovranità esclusivamente a un livello sovrastante
di governo che sarà altrettanto democratico dei governi che è chiamato a
coordinare.

Nuova Europa
Nuova Europa

Occorrerà, in alternativa alla NATO, quale essa è attualmente, un esercito europeo, il cui compito non dovrà essere quello di intervenire in una guerra globale, ma sarà quello della difesa dei territori degli stati dell’Unione, in caso di comprovata minaccia locale e che dovrà essere, per il resto, orientato a prevenire e fronteggiare le reali minacce che potranno colpire le popolazioni in caso di catastrofi naturali di ogni genere e di emergenze umanitarie: uniche minacce reali del tempo presente e futuro. Un esercito europeo che, proprio per le ragioni suddette, dovrà essere ben diverso dall’attuale EUROGENDFOR, ma dovrà tornare a forme di leva nazionale obbligatoria, assumendo le caratteristiche di una vera e propria Guardia Nazionale del Popolo Europeo.
In simultanea con l’avvio della costituzione di un esercito europeo autonomo si avvieranno negoziati con i restanti membri della NATO, e con la Russia, per la creazione di un nuovo sistema di sicurezza continentale.
Il Parlamento Europeo deve diventare l’organo democratico centrale dell’assetto istituzionale europeo, il luogo dove vengono prese le decisioni politiche fondamentali. In prospettiva, dopo una transizione di 5 anni, il Parlamento Europeo deve poter esprimere
direttamente (ed eventualmente poter sfiduciare) il Governo europeo.
Conclusione. Noi pensiamo che solo una Nuova Europa democratica possa essere uno dei
cardini della convivenza pacifica nel mondo multipolare del XXI secolo. Per poter svolgere un
ruolo di pace e di distensione la Nuova Europa dovrà essere forte e autonoma nelle sue
decisioni. Lo schema nemici/amici che caratterizzò la Guerra Fredda è ormai superato. La
Nuova Europa, così caratterizzata, non ha nemici. Il suo compito primario sarà di costruire
amicizie durature, cooperazioni strategiche a 360 gradi, poiché una qualunque guerra globale
sarà la fine dell’umanità.
Gli Stati Uniti, da alleato-protettore privilegiato, quali sono stati, devono diventare amici in
una nuova alleanza su piede di parità con l’Unione Europea.
La Russia – che ha bisogno dell’Europa, e che, nonostante i diversi regimi politici, è già
fortemente interconnessa con l ’Europa – è il grande vicino di casa con cui non si può non
essere amici. Ad essa l’Europa deve guardare come a un partner strategico, parte integrante
della indivisibile sicurezza europea.
La Cina e l’India sono protagonisti per superare la crisi epocale in cui versa il pianeta. Senza
di essi nessuna soluzione sarà realistica. Sette miliardi di individui hanno diritto a un uso
equo delle risorse disponibili. A questo non vi è alternativa se si pensa a un futuro di pace. Il
contrario è solo preparazione alla guerra.